Ebbene si: l’Economia è una Scienza

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Sollecitato da UomoInCammino nel corso di diversi scambi di battute a tre insieme a Wannabe (lei si, economista per davvero!) eccomi a scrivere qualche riga per ribadire che l’Economia è una Scienza.

Al solito è buffo che debba difendere questa “sciagurata” categoria proprio io, di base più vicino al mondo della Fisica (la trista Ingegneria). Ma tant’è: sicuramente è amore per la Scienza, ma anche preoccupazione per il fatto che la sciagurata categoria di cui sopra si occupa dei miei soldi (pochi…appunto!)

Ok: scherzi a parte, vediamo innanzi tutto come funziona la Scienza, in maniera easy e meno formale possibile.

Di norma, noi ragioniamo con la nostra testa (lo so, non tutti) e quindi non conosciamo perfettamente il mondo, ma lo “filtriamo” attraverso i nostri sensi e i nostri pensieri costruendo una personalissima “idea del mondo”, ossia un “modello astratto” che, ovviamente, non coincide con la realtà vera e propria. La guarda da fuori e cerca di spiegarla.

Ecco, la Scienza replica questo stesso processo: nel suo perpetuo tentativo di capire come funzionano le cose, studia un preciso ambito del mondo e ne astrae un modello, che poi viene proposto e documentato per tutti con il linguaggio chiaro della matematica.

A questo punto, chiunque può mettere alla prova l’idea che presentiamo e verificare che si comporti bene. Il modello deve cioè spiegare e prevedere la realtà che si propone di indagare in maniera corretta, all’interno dei limiti per i quali è previsto che funzioni.

Se nessuno ha nulla da obiettare, la nostra spiegazione verrà accettata dalla comunità che poi la utilizzerà come nuova base per proseguire nel suo processo di conoscenza generale.

Oh: è sottinteso che il nostro modello continuerà a restare valido sino “a prova contraria”. Nel momento in cui chiunque scoprisse che qualcosa non funziona (dimostrandolo), la nostra idea sarà rimessa in discussione: il modello verrà cioè cambiato, sostituito, ampliato o, addirittura, abbandonato! Anche dopo anni di onorata carriera. Questo è il modo in cui la comunità scientifica procede.

E’ tutto chiaro?

Ok, allora adesso sappiate che anche l’Economia avanza in questo stesso modo, esattamente come tutte le altre discipline scientifiche.
Per gli scienziati questo dubbio non sussiste: molti Fisici e Ingegneri costruiscono modelli di previsione per i mercati finanziari, così come ci sono economisti che lavorano su algoritmi per studiare la dinamica delle popolazioni, poi applicata in biologia piuttosto che nel traffico cittadino. Gli scambi tra un ambito e l’altro sono continui, proprio perché il metodo di indagine e il linguaggio della matematica è lo stesso per tutta la comunità scientifica.

A quanti contestano l’Economia, mi sento invece di dire che è fondamentale per il progresso e la risoluzione degli enormi problemi che l’uomo deve affrontare.
I settori di applicazione sono così vasti che si fa fatica a elencarli: non esiste praticamente ambito che non se ne serva.

Molti dei problemi che qualcuno di voi imputa all’economia nascono da problemi di divulgazione della materia sui media e da strumentalizzazione delle informazioni. Non è neanche difficile capire perché ciò accada: ovunque ci siano di mezzo soldi o risorse da gestire, l’avidità è tanta. Ovvio.

Tenete infine presente che, in ultima analisi, le scelte decisionali sono sempre effettuate dalla politica, nel bene e nel male.

10 pensieri su “Ebbene si: l’Economia è una Scienza

  1. Ma che onore essere citata, ribadisco, però, che PURTROPPO non sono un’economista, studio solo la materia con passione.

    Concordo pienamente, in ogni pagina dei miei testi di economia c’è il bel modello, con le sue ipotesi, che ti dice: “Bene, hai una scelta, puoi collocarti, ad esempio, tra i due estremi inflazione-disoccupazione”.
    Poi la scelta sulla linea d’azione spetta alla politica. L’Economia è sono uno strumento, che, in ogni caso, necessita di essere padroneggiato da mani esperte (se io mi sedessi a un piano il massimo che potrei fare è premere tasti a cazzo di cane, non suonare).

    Nottebuia è sempre illuminante 😀

  2. Il fatto che si possa usare un approccio scientifico per affrontare alcune (parti di) discipline non le rende automaticamente scienze (fondamentalmente solo la matematica, la logica, la chimica e parte della fisica).

    o – base assiomatica
    o – meccanismi inferenziali di tipo logico
    o – verifica sperimentale delle teorie e riproducibilità

    Per questi motivi anche l’economia non è una scienza.
    Ciò nulla toglie alla sua dignità.

    D’altra parte esistono discipline scientifiche che vengono affrontate in maniera non solo empirica, ma pure peggio, in modo “opinionistico”.
    Io li chiamo gli scienziati baldracca, quelli che vengono pagati da corporazioni e poteri determinati (lobby )per spacciare come scientifico ciò che non lo è, anzi, peggio, che è un evidente falso scientifico.

    Uno dei casi peggiori è quella di un mestierante della scienza @ unimo (non lo chiamo professore) che per sostenere il disastro delle discariche aree note anche come inceneritori (e glassati con un po’ di vaselina e spacciati col termine (altro falso nel falso) di termovalorizzatori) scriveva delle insensatezze complete negando il teorema della conservazione della massa chimica (nota anche come legge di Lavoisier).

    Fondamentalmente le branche della conoscenza umana (a parte quelle citate sopra, matematica, logica, chimica, parte della fisica e parti ristrette di altre) sono troppo complesse per essere modellate scientificamente.

    Addirittura, è possibile applicare un pensiero scientifico per confutare alcune affermazioni che negherebbero branche non ufficiali di certe discipline, come avvenuto da Gaia per la mai sopita controversia tra allopatia e omeopatia (v. v. qui).

  3. @nottebuia guarda che mica l’ho inventata io la curva 😀

    @uomoincammino il dibattito sulla “scientificità” dell’economia esula dalle mie competenze, in ogni caso credo di aver intuito cosa vuoi dire 🙂

  4. Man, la risposta alle tue domande è già scritta nel mio post, se lo rileggi con calma.

    Vedo che a te piace la matematica. Ecco, allora invece di modello, nel mio post, devi leggere EQUAZIONI.

    Come un fisico, anche un economista quando ci spiattella il suo modello, le sue idee, deve scrivere EQUAZIONI

    Esempio banalissimo. Quando un economista ti parla di Profitto, per descriverlo ti scrive subito:

    Profitto = Ricavo – Costo

    Avresti qualcosa da obiettare ? secondo te è un’opinione? E’ una scrittura non sufficientemente scientifica ? Ti pare che non si segua la logica inferenziale ?

    Quando poi l’economista va avanti articolando il suo modello, lo fa scrivendo sempre altre Equazioni, amico mio, non chiacchiere.

    Ci sei? Sei con noi ?

  5. Ho scritto qui e altrove che parti di alcune branche non scientifiche del sapere umano ricorrono ad una modellazione scientifica per loro settori speciici.
    Il problema è, nel merito, che un errore di molte economie (non uso la parola al singolare) ovvero dell’economia “maggioritaria” è che quell’equazione è rudimentale.
    Perché non considera i costi delle esternalizzazioni, ad esempio.

    Qui si aprirebbero, come in medicina o in ingegneria, in informatica, infinite discussioni tra le varie scuole pro o contro quell’equazione o la sua versione più complessa.
    Ciascuna delle quali porterà casi semplici a favore della propria tesi.
    Ma perché una delle due non prevale? Perché non è possibile né verificarla né smentirla sperimentalmente per complessità del dominio e neppure misurarne con sufficiente precisione le grandezze.

  6. > Sei con noi ?

    Sebbene osservi che emotivamente è come se tu considerassi che non sono con voi (alias sono contro di voi) non sono in quella posizione anche se tu la vedi tale dal tuo punto di vista.
    Insomma, l’osservazione della realtà non è una cosa con o contro qualcuno, no!?

  7. Attento: quando uno scrive un’equazione (modello) deve anche precisare quali sono i limiti di validità del modello, ossia l’ambito entro cui resta valido.

    Un’equazione non è valida sempre e comunque. La legge che ti spiega il moto di una palla da biliardo non vale per spiegarti il moto di un atomo.

    Un’auto da corsa non funziona in mare. Una nave poggiata su una strada non ti può trasportare. Chiaro che intendo?

    Torno al mio esempio semplice (non è che ti posso sparare un sistema di equazioni differenziali per darti qualcosa che non sia triviale, ma se ti fa piacere…)

    Profitto = R – C

    Se, come dici tu, vuoi tener conto dei “costi di esternalizzazione” o altro, non fai che introdurre altre variabili e trovare (se ci riesci !!!) delle nuove relazioni (EQUAZIONI) che poi la comunità scientifica possa verificare SPERIMENTALMENTE, e dimostrare se sono valide o meno.

    Lo scienziato (anche l’economista) lavora tutto il giorno a questo scopo. Ci lavora una vita, e spesso non trova niente. Sono moolti di più i fallimenti che i successi, ahimè !!

    Ma quando si trova un modello che funziona per un determinato ambito, capirai anche tu, il risultato è preziosissimo.

    In tutto questo processo, come vedi, c’è esclusivamente utilizzo di strumenti razionali e logici oltre a verifica sperimentale per controllare che i risultati funzionino. E’, appunto, Scienza.

    Non sei d’accordo? Cosa non ti è chiaro ?

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