legge sul lavoro. se andiamo a riguardare le precedenti leggi, troviame che ogni volta che si fa una proposta, il mondo del lavoro si orienta su quella più favorevole alla possibilità di scindere il rapporto stesso. esempio: co.co.co e giù a fare i cococo. formazione e lavoro, e via tutti a formarsi in qualcosa anche se hai 29 anni. fate voi gli altri esempi, arrivate sempre all’enunciato iniziale.
breve polemica: mentre i co.co.co facevano le uova per lavorare, qualcuno ha forse notato che erano lavoratori senza diritti e con versamenti inps al 10% ??
torniamo al tema comune ai precedenti accordi lavorativi: la possibilità di cessare il rapporto di lavoro.
e allora vogliamo finalmente dirla la parolina magica e discuterne senza preclusioni? licenziamento.
va bene anche cessazione del rapporto, interruzione, divorzio, non mi piaci più, non lavori come vorrei e preferisco assumere tuo fratello, mi hai detto che eri capace di farlo e invece sei una chiavica, ho perso il 40% del fatturato…aggiungere a piacimento.
come limitare l’arbitrarietà? garantendo un reddito che sarà lo stesso datore di lavoro a corrispondere in modo proporzionale al tempo trascorso in quell’impiego. altrimenti siamo all’assurdo: lavoratori forzati a stare in posti in cui non gli interessa nulla, imprenditori che non assumono per il terrore di trovarsi con un collaboratore non adatto, e peggio imprenditori che assumono ma in nero e lavoratori che lavorano in nero. alla faccia dei diritti di quelli blindati dai sindacati.